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Politica: Alfano...frena Renzi per trattare sul nuovo Governo. Lotto, estrazione del 18 Febbraio compra Lottomio

Parla di “esito incerto” della trattativa che porterà al nuovo governo. La verità , per dirla con l’inner circle di Angelino, è che “non ci fidiamo di Renzi”. La paura è che il premier in pectore, incassata la fiducia, possa continuare a giocare su tre tavoli: quello del governo con Ncd, quello delle riforme con Berlusconi, e lavorare in prospettiva per un allargamento a sinistra, andando a caccia di singoli parlamentari di Sel e grillini. Ecco la richiesta di un dettagliato “patto alla tedesca”: “Non saremo – spiega Quagliariello – né gli utili idioti della sinistra né della vecchia destra”. È lo “schema”, innanzitutto, che deve cambiare rispetto all’era Letta. Prima ancora di questo o quel punto nel programma, prima ancora del veto su unioni gay e jus soli, c’è una sorta di preambolo da sottoscrivere su cui garanzie non sarebbero arrivate. E riguarda la durata del governo: “Non deve essere né di legislatura a prescindere – spiegano fonti autorevoli del Nuovo centrodestra – né di tre mesi”.

Il programma dettagliato serve appunto ad ancorare la legislatura alle cose da fare. Perché il rischio da evitare, con un accordo in bianco, è di dare il via libera al governo e di andare alle elezioni tra tre mesi oppure di recitare la parte di “utili idioti di Renzi” in caso di governo di legislatura senza paletti. È la questione più delicata. Che rischia di allungare i tempi della trattativa: “Non ci sono le condizioni sostiene Alfano – per chiudere un accordo di governo in 48 ore”. E c’è un non detto (ai microfoni) ma comunque fatto sapere al quartier generale di Renzi. Nel nuovo “schema” torna in discussione l’accordo sull’Italicum e sulle riforme: la soglia di accesso al premier, che per Alfano deve essere innalzata dal 37 al 40, la reintroduzione delle preferenze, lo sbarramento. Vanno cioè bombardati i ponti dell’accordo tra Renzi e Berlusconi. Sergio Pizzolante, uno dei big di Ncd la mette giù senza perifrasi: “Renzi finora ha lavorato per destabilizzare il governo Letta e ha fatto l’accordo con Berlusconi che voleva far fuori Alfano. Ora che il governo Letta non c’è più, Renzi deve lavorare per stabilizzare la nuova maggioranza. Il che significa che deve avere una interlocuzione privilegiata con noi”.

Condizioni nient’affatto leggere per il sindaco-segretario-premier. Poste però nella consapevolezza che non si può non arrivare a un “accordo”, sia pur nel sospetto nei confronti di Matteo. Epperò non è legata solo allo “schema” l’asticella che Angelino ha posto un po’ più in alto. Prima nella dura intervista al Messaggero poi all’uscita dall’incontro con Napolitano: “Non possiamo assicurare il lieto fine”. L’happy end è legato anche al peso nel governo. È una trattativa che si sta svolgendo, per usare un’espressione cara a Fabrizio Cicchitto, col “coltello tra i denti”. Pare ormai sicuro, se di sicurezza si può parlare in questi casi, che saranno confermati Maurizio Lupi e Beatrice Lorenzin alle Infrastrutture e alla Sanità. È invece in corso una battaglia sul ministero dell’Interno. Alfano ha innalzato le barricate attorno al Viminale. Per mantenere il posto ha rinunciato alla richiesta dell’incarico di vicepremier, dopo che Renzi ha fatto sapere che non ha intenzione di mantenere quel ruolo. Ma per il segretario non basta. Il Viminale, trapela dal quartier generale del sindaco, non può stare ancora nelle mani del protagonista dello scandalo kazaco. Alla Difesa Angelino non vuole andare. È ancora lunga. Si tratta.L’Huffington Post

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