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Politica, Renzi show...alza le buste paghe di 85 euro, ma incertezza sulla copertura dei soldi. Lotto, su Lottomio Del Giovedì tenta la vincita cona Max Diamante

 “Noi pensiamo che sia fondamentale non solo lavorare per cambiare l’Europa, ma partire dal cambiare l’Italia e perché questo accada bisogna battagliare contro chi dice ‘si è sempre fatto così’. Saranno cento giorni di lotta molto dura per cambiare pubblica amministrazione, fisco e giustizia”. Lo afferma Matteo Renzi nella conferenza stampa a conclusione del Consiglio dei ministri che ha varato il piano per il rilancio dell’economia.

Slide e stile informale. Illustrando con fare molto informale non solo i provvedimenti varati da Palazzo Chigi, ma anche i prossimi impegni dell’esecutivo, il premier si è avvalso di una serie di slide, come se si trattasse di una presentazione in “power point”. “Il prossimo semestre – spiega – l’Italia guiderà l’Europa e pensiamo che sia assolutamente fondamentale non solo lavorare per cambiare l’Europa ma partire dal cambiare noi stessi”. “Confermiamo per l’ennesima volta – aggiunge – che nei prossimi 100 giorni faremo una lotta molto dura per cambiare ad aprile la Pubblica amministrazione, a maggio il fisco e a giugno la giustizia , provvedimenti che non fanno parte, non fanno parte, del pacchetto di oggi”.

Ancora sull’Italicum. Renzi torna anche sul voto della Camera, che ha licenziato questa mattina l’Italicum. “Mai più larghe intese, chi vince governa cinque anni”, ricorda. “E’ una rivoluzione impressionante per l’Italia – osserva – Con questa legge elettorale, che ha molti limiti, c’è un cambio culturale, c’è un vincitore sempre”.  “Sono felice – insiste – perché, a differenza dei gufi” ha avuto il via libera della Camera “con duecento voti di scarto”. “Oggi – prosegue il presidente del Consiglio – ho consegnato ai ministri un ddl costituzionale di riforma del Senato, che formalmente consegniamo a tutti i leader politici che stanno in Parlamento, di maggioranza e opposizione, ai soggetti sociali protagonisti e non formalizziamo in Parlamento, diamo 15 giorni di tempo a chi vuole darci informazioni migliorative e poi incardiniamo in Parlamento”.

Riforme costituzionali. Sempre in tema di riforme costituzionali, Renzi spiega che quella del Titolo V della Costituzione “non sarà contro le Regioni, le Regioni saranno parte attiva del cambiamento del’Italia”. “Il consigliere regionale – aggiunge – non guadagnerà più del sindaco del capoluogo, con il titolo V si va verso la semplificazione del Paese e si superano le province”. “C’è anche l’abolizione del Cnel”, sottolinea ancora il premier.

Auto blu all’asta. Andando avanti per “spot” con le varie misure che saranno presto messe in cantiere, il premier garantisce che “dal 26 marzo al 16 aprile le auto blu andranno all’asta come abbiamo fatto a Firenze, sono oltre 1500. Dal 26 marzo ‘venghino signori, venghino’ andranno all’asta”.

Fondi per la scuola. Renzi sul tema scuola annuncia anche il via libera all’unità di missione (una sorta di cabina di regia) per l’edilizia scolastica: “abbiamo alimentato a 3,5 miliardi il plafond a cui attingere per Comuni e Province per le scuole e chi vuole attingere lo farà con procedure semplificate. E l’unità di missione sarà attiva a Palazzo Chigi e lavorerà in collaborazione con il Miur”. In arrivo anche lo stanziamento di “500 milioni in più per il fondo garanzia per combattere il credit crunch”. Il fondo, ricorda, “ha già garantito 10 miliardi di euro di accesso al credito. E’ una misura importante e significativa, le aziende sanno quanto è importante”.

Sblocco debiti delle PA. Sempre a favore delle imprese il presidente del Consiglio anticipa lo sblocco “immediato e totale dei debiti della pubbliche amministrazioni: 22 miliardi già pagati e 68 miliardi che pagheremo entro luglio”.

Cuneo fiscale. Entrando ancora nel dettaglio del pacchetto varato oggi dal Consiglio dei ministri, Renzi spiega che “dal primo maggio prossimo, chi ha un reddito di 1500 euro al mese, dipendenti o co. co. co., precepirà mille euro netti in più all’anno”. “Ho provato a fare avere in busta paga prima delle elezioni – ironizza – ma sono stato respinto con perdite”. I destinatari dell’intervento che taglia le tasse, precisa, sono coloro che hanno un reddito di 25 mila euro lordi l’anno. “Circa 85 euro netti al mese per 10 milioni di italiani”, sottolinea, osservando che “i destinatari del nostro intervento non sono solo i ceti meno abbienti, ma anche un po’ di ceto medio”.

Piano casa. Il presidente del Consiglio in conferenza stampa si limita ad annunciare che il piano casa approvato dal Cdm avrà un impatto di 1,7 miliardi, rimandando per i dettagli all’intervento del ministro Lupi.

Coperture garantite. Quanto allo spinoso tema delle coperture, il premier spiega che “la copertura dei 10 miliardi” di taglio dell’Irpef “è totalmente fatta dal governo sulla base del risparmio di spesa, sulla base dei numeri macroeconomici e senza aumento di tassazione da un’altra parte”. “La spending – afferma ancora Renzi – è uno strumento che secondo i dati di Cottarelli arriva nel 2016 a valere 35 miliardi, nel 2015 vale 19 miliardi e nel 2014 sette miliardi. Cottarelli ha parlato prudenzialmente di 3 miliardi”.

Deficit entro il 3% del Pil. Il premier assicura poi di voler rispettare il limite deficit del 3%. “Abbiamo un margine di 6 miliardi, abbiamo margini nel rapporto al 3% dello 0,4% visto che siamo al 2,6%”, dice. “Per rimanere al debito dello Stato – prosegue – si vede un abbassamento del costo: il debito è calcolato su uno spread a 250 punti base. Se lo calcoliamo a 200 punti c’è un margine di 2,2 miliardi”.

Energia meno cara per le Pmi. “La copertura – ribadisce Renzi – è ampiamente prevista al punto che una parte sarà destinata al disegno di legge delega sul lavoro. Ho letto in questi giorni una polemica sulla copertura che trovo semplicemente incredibile. I-n-c-r-e-d-i-b-i-l-e”. Il premier promette poi che “dal primo di maggio il costo dell’energia per le Pmi sarà ridotto del 10% attraverso una rimodulazione del paniere della bolletta energetica”.

Aiuti alle imprese sociali. Ancora a sostegno delle imprese il presidente del Consiglio annuncia che dal primo di giugno partirà “un fondo per le imprese sociali da 500 milioni di euro”. “E’ una misura che caratterizza questo governo – spiega – sono grato a chi me l’ha proposta da terzo settore, che poi è il primo. Vogliamo incoraggiarli a creare posti di lavoro con l’impresa sociale. Non vogliamo dire ‘ah come sono carini quelli del Terzo settore’, ma ‘quelli del terzo settore che creano lavoro’. E che aiutiamo con una sorta di incentivo a inventarsi soluzioni alternative”.

100.000 posti di lavoro nella ricerca. Parlando delle misure sull’occupazione, Renzi afferma che ci sarà “un decreto legge ed un disegno di legge per il lavoro. Il ddl è una delega per riorganizzare l’intero sistema e sarà il Parlamento a discuterne”. Il governo prevede inoltre un “aumento del credito di imposta per i ricercatori, l’obiettivo, da qui al 2018, è creare 100.000 posti di lavoro. Il tutto per 600 milioni”. “Il contratto a termine – anticipa ancora il premier – durerà al massimo per tre anni e sarà applicabile senza causale per un massimo del 20% sul totale dei lavoratori”.

“Basta bicameralismo o chiudo”. Infine, rispondendo alle domande dei giornalisti presenti in sala stampa, il presidente del Consiglio spiega: “Non possiamo cambiare il mondo da domani mattina… ma in Cdm si sono fatti gli atti irreversibili perché dal primo maggio nelle buste paga dei lavoratori sotto i 25 mila euro ci sia un intervento vero”. “E’ un fatto straordinario di interventi chiari”, insiste il premier. “Il Cdm le ha approvate queste misure”, ripete Renzi. “Non si è mai visto un insieme così corposo di riforme. Se non riesco a superare il bicameralismo perfetto, non considero chiuso il mio governo, ma la mia esperienza politica. Non ho paura di rischiare tutto me stesso in questo percorso di riforma”, conclude il segretario del Pd. (Repubblica.it)

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